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Penombra d’artista

salerno1L’incanto sta per prendere forma; gli operai sono già al lavoro per dare vita a una delle passeggiate più belle d’Europa: le suggestive Luci d’Artista di Salerno. E’ un evento importante, che si ripete ogni anno e richiama centinaia di migliaia di turisti da tutta la Campania, anzi ormai da tutta Italia e anche dall’estero. Le luci d’artista donano splendore a una città che, altrimenti, non sarebbe battuta dalle comitive di turisti. Solo d’inverno la città, che a parere del sindaco De Luca non ha le bellezze artistiche o paesaggistiche pari ad altre località della penisola, può guadagnare la fama di sito turistico. E si prevede anche quest’anno un grande ritorno economico per i commercianti, che nei tre mesi di allestimento delle luci recuperano quanto hanno perso nei precedenti nove mesi. In questo modo, si combatte la crisi, si evita la chiusura dei negozi, e si difende il lavoro.
O no? Ne siamo sicuri? Voi ci credete, a tutto quello che ho scritto? E’ un argomento molto delicato, questo delle luminarie. Ogni anno insieme alle luci si riaccende anche la discussione, su quanto effettivamente esse costino alle casse del Comune: non è chiaro se siano finanziate completamente, in parte, o neanche un po’ da qualche importante sponsor. Ci si chiede per quale motivo una città di mare come Salerno debba vivere soltanto d’inverno, grazie alle Luci; possibile che si spendono milioni di euro (non sappiamo quanti) per un evento solo? D’estate il mare, principale risorsa della città, è sporco da far paura; l’estate scorsa la società che gestisce gli autobus è fallita, lasciando a terra i dipendenti e alle pensiline i cittadini; sempre la scorsa estata non c’è stata una programmazione artistica e culturale degna di nota nella nostra città (se si eccettuano piccole rassegne di artisti locali), anzi si può dire che non ci sia stato proprio nulla: né concerti, né teatro, né mostre particolarmente importanti… un’estate davvero brutta per i cittadini, in una città desolante e inaccostabile per i turisti. Si può certamente affermare che d’estate a Salerno c’è il Buio d’artista! Chiaramente, non è tutto così netto, magari ci sono anche dei periodi di ‘Penombra d’artista’, ma fatto sta che la discrepanza fra i vari periodi dell’anno si sente. In più, bisogna considerare che una manifestazione che dura per tre mesi, quale il periodo delle Luminarie, non consente di ragionare a lungo termine sulla crescita di una città: diciamo la verità, nessuno pensa di aprire un’attività solo perché in quei tre mesi avrà i clienti che sgomitano dentro code di cento metri: non è una garanzia, questa, per rischiare un capitale importante e acquistare un locale. I giovani salernitani sicuramente possono beneficiare delle Luci non solo perché rendono la città molto più bella (questo, a parer mio, è innegabile), ma anche perché esse portano in città una platea enorme di potenziali clienti, per attività commerciali, turistiche, artistiche, creative connesse al flusso di visitatori delle Luci. Ma attenzione: stiamo parlando sempre di tre mesi, non di tutto l’anno, e dei tre mesi meno ‘importanti’ per una città di mare. Insomma, ci vuole ben altro per donare un beneficio duraturo alla città e, in particolare, ai suoi giovani. E’ necessario attirare a Salerno capitali per l’installazione di aziende, o invogliare gli imprenditori salernitani, i pochi che hanno i soldi, a investire. Salerno deve diventare un luogo di produzione, perché questo è l’unico volano che genera ricchezza e lavoro: le Luci possono essere uno dei prodotti, ma credo che la città abbia molto di più da offrire di suo proprio; ad esempio, la sua storia e i suoi monumenti; non è assolutamente vero che siano trascurabili: Salerno è una delle città meridionali più ricche di storia, basti pensare alla Scuola Medica Salernitana, prima facoltà di medicina in Europa (e immaginare le connessioni col mondo accademico attuale, che si potrebbero intraprendere), al Duomo con le spoglie di uno dei quattro Evangelisti (e immaginare le connessioni col mondo religioso attuale, che esso potrebbe generare), al fatto che sia stata capitale di un Principato che includeva buona parte dell’Italia meridionale peninsulare… e tanto altro. Ancora, altri prodotti salernitani sono quelli agricoli, come i pomodori, i limoni, l’olio d’oliva, la mozzarella, tutte produzioni D.O.P. che hanno già una grandissima fama e un buon mercato, ma che, ne sono sicuro, potrebbero avere una diffusione molto più grande e garantire molta più occupazione di quanto già fanno: questo perché non c’è una filiera alimentare ben organizzata, ci sono solo poche aziende che si ritengono rivali, non c’è collaborazione tra imprenditori ed enti pubblici per esprimere le vere potenzialità di questi prodotti. Ma soprattutto, altri prodotti della nostra terra sono i talenti dei giovani salernitani, che non hanno alcune possibilità di emergere. Per fare un esempio: non c’è un palazzetto dello sport (o meglio, i lavori di quello che doveva essere il palazzetto sono fermi da alcuni anni, senza che nessuno faccia nulla!), dunque non c’è un luogo nel quale i talenti sportivi possano formarsi ed affermarsi. Non voglio dilungarmi, anzi l’ho già fatto, ma solo ribadire un concetto: ben vengano le luci, che donano bellezza e fama alla città, facciamoci illuminare da esse, ma non facciamoci abbagliare troppo, c’è tanto altro su cui bisogna lavorare, se vogliamo una possibilità di vita dignitosa nella nostra città.

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