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Recensione – “Come non detto”

Recensione: “Come non detto”

Voto: 8

come-non-detto-locandinaUna grande sorpresa, questo film. Una storia recitata e girata in maniera intensa, e al contempo semplice, che riesce a toccare il cuore, ma anche a essere divertente. “Come non detto” non è un capolavoro, non si regge su chissà quali idee nè su una sceneggiatura mirabolante, proma è un film che appassiona, fa riflettere e diverte dall’inizio alla fine, e, soprattutto, rappresenta finalmente un’opera italiana bella, schietta e seria, che tratti il tema dell’omosessualità giovanile. Stupisce l’abilità del regista, Ivan Silvestrini, appena trentenne, che al suo esordio trasmette intensità e forza tipiche di un veterano, sicuramente agevolato dal fatto che il film tratta di personaggi suoi coetanei. Ma forse, proprio per questo, l’obiettivo non era facile da raggiungere. “Come non detto” è la storia di Mattia, giovane omosessuale romano fidanzato con lo spagnolo Eduard, con il quale sta per andare a convivere, a Madrid. Ma il problema, intorno al quale ruota tutto il film, è che i genitori di Mattia non sanno che lui sia gay. Ed Eduard, nel giorno della partenza per la Spagna, ha deciso di recarsi a casa di Mattia, per presentarsi ufficialmente alla sua famiglia… Il film, attraverso brillanti e improvvisi flashback, ripercorre le tappe dell’adolescenza e della giovinezza di Mattia, delle prime manifestazioni della sua omosessualità; la pellicola, in particolare, attraverso l’ottima performance del protagonista Josafat Vagni (ci sui sentiremo parlare) tratta del senso di vergogna, del timore di manifestarsi che attraversa ogni giovane omosessuale; sebbene si affronti, doverosamente, la tematica degli sfottò e della crudeltà degli amici superficiali, e dei pregiudizi di tutti i finti moralisti verso chi ha un altro modo di vivere la propria sessualità ed affettività, il film parla piuttosto della difficoltà ad accettare se stessi, del timore di essere giudicati da un mondo retrogrado e superficiale, più che del giudizio stesso di cui si è vittima. E lo fa in una maniera delicata, ma molto sincera; diventa un’opera fresca, che, come le migliori commedie internazionali, si apre a risate grasse e intelligenti, grazie alla caratterizzazione dei personaggi. Molto bravi e a tratti esilaranti, infatti, sono gli altri interpreti del film: dalla splendida (come sempre) Monica Guerritore, nel ruolo della madre, al papà donnaiolo Ninni Bruschetta, alla sorella con multiprole a carico con tanto di marito ‘coatto’, alla nonna irriverente e super igienista che, in barba a tutti i disoccupati, cerca lavoro a 83 anni di età per essere indipendente. Ottimi anche l’attore spagnolo che impersona Eduard, l’amica di Mattia segretamente innamorata di lui e il simpaticissimo travestito Priscilla, interpretato da un altro attore di cui sentiremo parlare, Francesco Montanari.

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