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Il mondo ha ripreso a correre. Abbiamo attraversato e stiamo attraversando una crisi straordinaria, senza precedenti; ma rispetto alla crisi degli anni Trenta siamo riusciti ad evitare la conseguenza terribile della depressione. Non è recessione. E’ rivoluzione economica”. Nel corso della Convention, Augusto Strianese, presidente della Camera di Commercio di Salerno, è stato eletto nuovo presidente di AssoCamerEstero. “L’Italia non può più sopportare il peso di una parte del Paese – ha detto Strianese – Noi dobbiamo rimboccarci le maniche, lavorare di più e recuperare quello che non è stato fatto, ponendo rimedio alla mancanza di una cultura d’impresa nel Sud Italia che spinga l’imprenditore a investire prima di tutto sul proprio territorio. Bisogna puntare soprattutto sulle piccole e medie imprese, che costituiscono il 90% del tessuto produttivo italiano”. Strianese ha spiegato che negli ultimi anni si è battuto per l’internazionalizzazione delle imprese salernitane: “Allora esportavano all’estero circa 150 imprese della provincia di Salerno, mentre oggi sono 1500 ad aver intrapreso questa logica commerciale, specie nei settori dell’agroalimentare, dell’artigianato e del turismo, punti di forza di questo territorio” In realtà, secondo i maggiori economisti, la crisi mondiale si è avuta in seguito all’aumento dei prezzi di alcune materie prime in tutto il mondo e alla conseguente perdita di valore d’acquisto della moneta: quest’ultimo ha provocato la chiusura di alcune importanti banche, grandi riduzioni dei valori borsistici, grosse perdite economiche nei grandi e piccoli risparmiatori. Tra le materie prime (che in ottica ambientalista si spera possano non essere più chiamate prime) figura il petrolio, che ha raggiunto prezzi esorbitanti: ciò lo ha reso non più acquistabile da parte delle grandi organizzazioni finanziarie. Inoltre, è da segnalare soprattutto negli USA la forte bolla speculativa immobiliare, che ha reso il prezzo delle case altissimo, e ancora la crisi alimentare mondiale e l’inflazione mondiale. In parole povere, il denaro in senso stretto, ovvero le banconote e gli spiccioli, si sono letteralmente dileguati, con ogni probabilità a causa di sciagurate manovre finanziarie: quelle di governi che hanno voluto difendere interessi petroliferi muovendo guerre nei paesi mediorientali, quelle di numerosi grossi imprenditori e magnati di multinazionali, che invece di investire nello sviluppo e nell’occupazione, hanno investito in beni immobili e di lusso per se stessi. In questo modo i prezzi sono saliti alle stelle, e la moneta è scomparsa dalla circolazione. Chiudo pubblicando alcune righe tratte dagli atti del G8, svoltosi l’estate scorsa a L’Aquila.“La crisi ha evidenziato l’esigenza di regole sull’appropriatezza, l’integrità e la trasparenza relative alla condotta dell’attività economica e della finanza internazionali, per rafforzare l’etica negli affari. I leader dei paesi più industrializzati sono determinati a porre la crescita economica su un sentiero più solido, innovativo, verde e sostenibile. I leader si sono anche accordati sull’esigenza di affrontare la volatilità eccessiva dei prezzi dei prodotti energetici e agricoli, e di migliorare il funzionamento dei mercati globali delle materie prime, anche attraverso una efficace regolamentazione e supervisione dei mercati derivati in modo da migliorare la trasparenza e combattere la speculazione dannosa”. Speriamo bene!