Salerno è una città a vocazione turistica, è noto. Vanta uno dei climi più temperati d’Italia e ha una splendida posizione geografica: si affaccia da un lato sulla divina Costiera amalfitana, nota in tutto il mondo, dall’altro sulla sottovalutata e splendida costa Cilentana. La città stessa possiede uno straordinario centro storico, nato in epoca romana, poi passato sotto le dominazioni longobarde e normanne. E non ci dilunghiamo in queste sede a parlare delle incredibili località turistiche della Provincia, da Paestum, una delle più visitate d’Italia, ad Amalfi e Ravello, da Velia a Padula. Mare e montagne, archeologia, arte medievale e rinascimentale, eccezionali sapori tipici (la mozzarella di bufala, i pomodori, i limoni e il limoncello, i fagioli, le nocciole) e tantissime tradizioni renderebbero la Provincia di Salerno una regina del turismo in Italia. Ho detto ‘renderebbero’, perché in realtà non è così.
Il potenziale turistico, qui solo accennato, è enorme, e se fosse realmente sviluppato garantirebbe, probabilmente, occupazione per tutti. Non è solo un discorso di occupazione, ma culturale: in pratica, se non valorizziamo le nostre zone, priviamo turisti di tutto il mondo della conoscenza e della fruizione di aree che migliorerebbero la qualità della loro vita. Basti pensare al Parco Nazionale del Cilento, che ospita numerose specie animali e vegetali protette, introvabili in altre parti del mondo, o al mare di Acciaroli – Pollica, uno dei primi cinque in Italia per qualità delle acque. Da un punto di vista più strettamente culturale, basti pensare alla presenza, nel Duomo di Salerno, delle spoglie di San Matteo: in Italia, praticamente nessuno, se non gli addetti ai lavori, sa che uno degli evangelisti (in tutto sono quattro…) è sepolto a Salerno. Quanti convegni o giornate di studio di potrebbero fare sull’argomento? A Salerno vi è l’unico esempio di Palazzo longobardo che abbiamo in Europa, San Pietro a Corte: ma quanti lo sanno? Il problema è che non si punta con decisione sul turismo, che dovrebbe essere considerata la massima risorsa del nostro territorio. Non si punta con forza sulla qualità delle acque marine, sulla salvaguardia delle spiagge, che ancora in questo periodo, ai primi di maggio, sono sporche, e riceveranno una pulita solo all’inizio dell’estate. Inoltre, nella nostra città, quasi ogni volta che si scava per effettuare lavori di manutenzione stradale, si ritrovano tombe di origine romana o longobarda. Ma poi che fine fanno quei reperti?
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Chissà… di solito i lavori di manutenzione continuano, senza pensarci troppo… Ma dico io se, evidentemente, nel nostro sottosuolo abbiamo questi tesori, non varrebbe la pena di esaminare attentamente la situazione e valorizzarli? La Soprintendenza e le autorità cittadine sembrano rimbalzarsi le responsabilità in questi casi. Alcuni cominciano a fare qualcosa, ma penso sia troppo poco. Il Sindaco De Luca, ad esempio, spinge per ultimare i lavori della stazione marittima, dove attraccheranno le navi da crociera. E spinge per la costruzione di nuove strutture ricettive. Sono impegni straordinari, ne sono convinto. Ma se i turisti arrivano a Salerno, per le crociere e o negli alberghi, e poi non trovano i luoghi della città da visitare, che vengono a fare? Se, ad esempio, non ci sono navette e servizi di guide turistiche per il Castello Arechi, se San Pietro a Corte e altri monumenti sono spesso chiusi, se una chiesa come S. Andrea de Lama, sita dietro largo Campo, da due decenni attende il completamento dei lavori, che sono ancora in alto mare, a che servono queste strutture? Se la zona archeologica etrusca di Fratte versa in stato di degrado, se nessuno conosce la villa romana di San Leonardo… come ci andranno lì i turisti? Se a Pontecagnano c’è una inestimabile zona archeologica, con il vicino museo, e già noi salernitani non l’abbiamo mai visitata, come pensiamo di condurvi i turisti? Il punto è che noi salernitani dobbiamo imparare ad amare la nostra vita, partendo dalla interiorità della nostre persone, che hanno tanto da offrire, e giungendo alle straordinarie zone che il Padreterno ci ha concesso di abitare. Quanti di noi, transitando per la litoranea di Salerno, dicono… ‘Questa zona ha un potenziale altissimo…’, però poi non muovono un dito per migliorare le cose? In una decina di anni, si è fatta solo una pista ciclabile… Possibile? Ora siamo in tempi di campagna elettorale, non mi interessa criticare un partito o l’altro, la sensazione è che le due fazioni politiche siano equivalenti nel non voler cambiare strutturalmente l’assetto turistico della provincia. E la cosa è grave. A volte, nei momenti di sconforto, vedendo quante occasione perdiamo, penso che noi siamo la Provincia del ‘Fu – turismo’: nel senso che ‘Fu … il turismo’, è morto e sepolto e nessuno vuole farlo risorgere, e nel senso che ormai tutto ciò che sogniamo per la valorizzazione del nostro territorio, sembra letteratura d’avanguardia, come il Futurismo di Marinetti, oggi tornato di moda. Per fortuna, vedo che ci sono giovani volenterosi, qui da noi, che fanno grossi sforzi per valorizzare le nostre splendide zone. Vi segnalo una web tv, nata da poco per opera di alcuni giovani salernitani: l’indirizzo è www.salernotravel.tv E’ necessario che siamo noi giovani a prenderci cura del nostro territorio e a valorizzarlo! La nostra è una provincia delle eccellenze paesaggistiche, artistiche, archeologiche, culinarie, ma anche delle eccellenze individuali dei suoi abitanti, dei talenti: è necessario coltivare entrambi i tipi di eccellenze come due binari paralleli, che potranno condurre le vite di tutti i salernitani molto lontano.